Categorie
influencer

Cos’è cambiato con i like di Instagram nascosti per l’Influencer Marketing?

Tanto tuonò che piovve. Era già da tempo che tra i corridoi del mondo social si vociferava di questo cambiamento e alla fine è successo: su Instragram sono stati nascosti i like al di sotto dei post. Ma siamo sicuri che questo sia un male. Uhm… per gli influencer potrebbe non esserlo. 

Tutti abbiamo tremato all’idea di vedere spariti i nostri like, perché sì, ammettiamolo, un po’ ci piaceva far vedere ai nostri follower quanto fossero apprezzati i nostri contenuti. Comunque, fatto sta che, dopo tante partenze mancate, qualche mese fa l’ennesimo aggiornamento ci ha spiazzati. Era successo. I like su Instagram erano stati nascosti.

Sarà stato pure uno shock, ma, effettivamente, qualche risvolto positivo questo cambiamento ce l’ha. Sia per gli utenti in generale, meno condizionati dalle opinioni altrui, che per chi con i social media ci lavora assiduamente. Anzi, al contrario di quanto si creda, chi segue progetti di influencer marketing può addirittura trarne un beneficio maggiore.

Perché i like nascosti su Instagram possono essere un beneficio per gli influencer

Addio alle vanity metrics

Per anni le vanity metrics (tutti quegli indicatori di performance tanto sbandierati quanto poco veritieri) hanno dettato legge. Le aziende vedevano gli importi sui preventivi delle collaborazioni aumentare al crescere dei like sotto i post. In altre parole un influencer che aveva in media un alto numero di mi piace, aveva il diritto di chiedere un forfait maggiore. Ma che valore aggiunto portavano quei like al brand? Nessuno! Perciò, facciamo pure ciao ciao con la manina alle metriche inutili e prepariamoci alla seconda vita dell’influencer marketing.

I micro-influencer alle porte dell’Olimpo

A lungo, i super-influencer, quelli dei profili con i numeroni, hanno dettato legge. Poi la bolla è scoppiata…

Le aziende hanno cominciato a capire che affidarsi ai big non è sempre un bene, soprattutto se gli ipotetici clienti dell’azienda sono proprio le persone comuni. E cos’ha in comune Pinco Pallo con Gigi che ha un milione di follower su Instagram? Nulla. E non finisce qui!

Gigi, che è una star, spesso non riesce a rispondere ai suoi follower. Non può matematicamente dar seguito a tutti i direct, né mediare i commenti, avere una conversazione. In quella miriade di conversazioni pubbliche, tra un tag all’amico e una critica di un hater, Gigi perdeva di vista anche quegli utenti realmente interessati al prodotto, che magari avevano un interesse reale e avevano fatto una domanda sensata.

Al contrario, la logica dei grandi numeri insegna, chi ha un profilo con pochi follower riesce a risultare più reale, a rispondere a tutti e a migliorare davvero le performance di vendita di un’azienda. I micro e i nano-influencer hanno cominciato la loro scalata per arrivare alle porte dell’Olimpo adesso. 

I like nascosti non mettono solo al sicuro gli utenti, ma anche le persone che, come te, sanno di avere un buon seguito, un alto numero di interazioni, come commenti, che spesso non coincidono con altrettanti like.

Sì. I like nascosti hanno di fatto messo a tacere l’apparenza, lo ripetiamo.

Maggiore attenzione alla qualità

Qual è la conseguenza di tutto questo? 

Dopo anni in cui il glitter e la brillantezza del mondo dell’influencer marketing hanno allontanto Instagram dal suo scopo originale, il social della polaroid torna al suo punto di partenza: a vincere è la qualità.

Instagram con quest’ultimo aggiornamento riporta in alto la sua caratteristica principale, prima di tutti quei filtri: le belle immagini, i contenuti creati a modo. 

No. Non vuol dire che presto spariranno anche le stories e le maschere (che noia altrimenti!). Significa solo che la newsfeed tornerà ad essere popolata di contenuti, foto e video, fatti bene con criterio e in grado di coinvolgere chi le guarda.

Per esempio, una bella foto di un paesaggio, con una didascalia che descrive le fatiche del viaggio e la bellezza del panorama, creeranno ancora più engagement e ottenendo spazio dall’algoritmo che privilegerà il post e aiuterà il travel-blogger autore a ottenere la copertura che merita.

La conseguenze? 

  1. Per gli utenti un’homepage cucita sui loro interessi e quindi spoglia di quei post tenuti in alto solo dai tanti like;
  2. Per le aziende una scelta consapevole. Se un hotel ha bisogno di un influencer, il responsabile marketing potrà fare una scelta più meditata, andando a concentrarsi sul tasso di interazione che, come spiegato prima, strizzerà l’occhio a persone come te, che davvero tieni alla tua community.

Come potrai dimostrare alle aziende che vali?

Qui abbiamo una cattiva e una buona notizia. Come ti dicevamo: i brand ormai hanno capito che devono rivolgersi a persone reali, vere. Proprio come te. A ogni modo, però, questo lavoro di ricerca non è così facile. Rischi perciò di finire in un tritacarne e di non essere notato, ahinoi. 

I business però hanno trovato una scorciatoia: usare piattaforme di influencer marketing che li aiutano a trovare il giusto influencer, selezionando quelli con un tasso di engagement soddisfacente, senza like e follower acquistati o inutili bot attivi. Quello che dovresti fare perciò è solo iscriverti a una di queste piattaforme che ti permetteranno di conoscere, i tuoi nuovi clienti, senza fare il benché minimo sforzo.

Fico, no? Te lo dicevamo che ti avremmo dato buone notizie. A questo punto perciò ti starai chiedendo: quali sono queste piattaforme?

AQER è una di queste ed è pensata proprio per agevolare le imprese a trovare persone come te, aiutandoti anche a tracciare la campagna e garantendo una buona revenue per te. 

Non possiamo non fare noi una domanda a te, ora. Che aspetti? Iscriviti ad AQER e metti a frutto tutto il tempo che hai passato su Instagram.