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Vuoi raggiungere una nuova nicchia di mercato? Collabora con un nano influencer!

Una delle ossessioni dei marketing manager è il posizionamento. Lo sappiamo bene: nell’epoca di internet, tutti ambiamo a trovare nuove nicchie di mercato o addirittura altri mercati profittevoli che non sono stati penetrati dai competitor. Come riuscirci? Affidarsi a un influencer è la scelta più sensata e, no, non è detto che questa operazione vada ad appesantire troppo il tuo bilancio. Semplice: basta scegliere un nanoinfluncer.

Inutile girarci intorno, non tutte le aziende possono permettersi content creator del calibro di Chiara Ferragni o Mariano Di Vaio. Questo però non vuol dire che siano solo pochi big player a poter coinvolgere brand ambassador esterni. Anche i piccoli imprenditori possono farlo, se scelgono le persone giuste.

Sì, hai capito bene. Anche le microimprese possono fare influencer marketing. Basta solo appoggiarsi a influencer che costano di meno ma che, a dir la verità, sono portatori di un vero valore aggiunto, spesso con un ROI maggiore dei profili con la spunta blu: i nanoinfluencer

Chi sono i nano-influencer?

Un nanoinfluencer non è nient’altro che un influencer con un seguito più piccolino. In altre parole è una persona comune.

Oggigiorno, infatti, possiamo dividere gli influencer in diverse categorie: i nanoinfluencer sono quelli con un seguito che arriva ai 10 milla follower, i micro spaziano dai 10 mila ai 100 mila e così via…

Un nanoinfluencer perciò è semplicemente un creatore di contenuti che parla a un pubblico piccolino, ma fedele e affezionato; una persona che riesce ancora ad avere rapporti reali e continui con la sua audience, a interagire direttamente con tutti (o almeno la maggior parte) dei suoi follower, risultando autentico e affidabile.

Qual è la conseguenza per le aziende? Una maggiore affidabilità e un ritorno di gran luga superiore agli influencer più conosciuti e affermati. Sì, Pincopallo che vive a Vattelapesca può di fatto restituirti risultati più convincenti dei big che tutti vorremmo coinvolgere per le nostre campagne e che quasi nessuno può permettersi.

Si fa un gran parlare di influencer. Recentemente, non solo ci ritroviamo questi digital marketer sugli schermi dei nostri device; sempre più spesso compaiono in TV, vittima di paparazzi o al centro di programmi scandalistici. Il risultato? Un’impennata delle loro azioni, ma, attenzione, una crescita che non sempre fa gioco alle aziende.

Pensaci bene. Un influencer non è nient’altro che una persona che ha dimostrato di avere certe competenze su un dato settore e che, nel tempo, ha costruito un suo seguito. Un influencer è semplicemente un esperto che ha creato un rapporto con i suoi follower basato sulla fiducia. Una relazione, anche se virtuale, così indissolubile da essere in grado di influenzare le scelte di acquisto dell’audience che lo segue. 

Ma cosa succede se questo marketer diventa una celebrity? Acquisendo notorietà un influencer vede il suo seguito aumentare ma, di fatto, non è detto che questi follower siano interessati alle competenze e al know-how dell’influencer. Potrebbero invece scegliere di seguire questo personaggio perché ormai è una star.

Riflettici: la Ferragni ha scalato le classifiche come fashion blogger. Possiamo dire che tutto il suo seguito sia composto da amanti della moda? No, il suo pubblico sarà sicuramente più variegato
Cosa significa questo per un’azienda?
Un business che sceglie di investire nell’influencer marketing vuole approfittare della notorietà di un influencer per trovare spazio nel mercato che è costituito dai follower dello stesso influencer. Ecco perché un’azienda che lavora nel mondo dei viaggi non sceglierebbe mai un influencer esperto di tecnologia. Ma che succede se questo esperto di informatica finisce sulla stampa scandalistica? Semplice che il suo seguito nons arà più puro e perciò darà percentuali di conversione più basse. In altre parole? Il business pagherà tanto per avere un ROI inferiore.

Come raggiungere una nuova nicchia di mercato con un nano influencer

Perché scegliere di investire su una campagna di influencer marketing con un nano influencer?

La risposta è chiara, e non c’entra solo il prezzo. Te lo dicevamo prima: per il suo pubblico fidelizzato e in target.

Un nanoinfluencer che si occupa di travel non avrà un pubblico sporco ovvero avrà quasi solo follower in target con il suo core. Di conseguenza, il piccolo b&b che sceglie di appoggiarsi a quel dato influencer sa di parlare al pubblico giusto. Quindi sa di spendere poco e spendere bene, in soldoni.

A confermare questa ipotesi perfino Shopify che già a inizio anno aveva identificato il 2019 come l’anno degli influencer, riportando gli esiti, davvero incoraggianti, dello studio condotto da HelloSociety, importante agenzia americana parte del gruppo del New York Times.

Stando alla ricerca di HelloSociety, infatti, i profili con un pubblico di follower hanno un tasso di engagement che si aggira intorno al 5,3%. Al contrario, gli account con pubblici maggiori (oltre 750 mila) hanno un rate che arriva all’1.6%.

Ricapitolando quindi: maggiore tasso di engagement, maggiore tasso di conversione (anche su post non sponsorizzati), una percezione più reale e autentica dei brand sponsorizzati e un investimento meno impegnativo.
È proprio il caso di dire minimo impegno, massima resa!

Con una piattaforma di Influencer Marketing risparmi… persino sui nano influencer!

A questo punto te lo starai chiedendo: come li coinvolgo? Dove li trovo? Insomma da dov’è che comincio?

Il primo passo da fare è trovare una piattaforma di Influncer Marketing, veri e propri aggregatori che mettono insieme domanda e offerta. Online ne trovi diverse, ma solo alcune offrono vantaggi per le aziende.

AQER per esempio ti permette di retribuire gli influencer con dei coin, una sorta di gettone, utilizzabili all’interno dello shop, che è parte della stessa piattaforma, e quindi di far riguadagnare le aziende che fanno parte del circuito. In altre parole AQER da una parte mette in contatto i busines con gli influencer, e, contemporaneamente, dall’altro da la possibilità agli stessi business di vendere in uno store online i suoi prodotti. Le aziende perciò risparmiano investendo sull’influencer marketing e guadagnano dagli acquisti degli stessi influencer. Un mercato circolare che praticamente ti permette di aumentare i profitti e autoalimentare le tue campagne di influencer marketing.

Utile no? In questo modo il tuo budget destinato all’influencer sarà minore di trimestre in trimestre e potrai dedicare quelle somme anche ad altre attività, chiudendo i tuoi bilanci con un margine sempre maggiore.

A questo punto non puoi non chiederti che ci fai qui e perché tu non abbia ancora valutato seriamente il coinvolgimento di un micro o un nanoinfluencer in azienda.